Truffe lavori in casa: persona finge di offrire servizi, ma raggira con acconti

Uno schermo in un corridoio di Palazzo di Giustizia, deserto a seguito dell'astensione dalle attività giudiziarie nei giorni 2 e 3 maggio decisa dall'Unione delle Camere Penali Italiane contro la mancata attuazione della riforma penitenziaria, Milano, 2 maggio 2018. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Un giovane di 25 anni è stato accusato di aver creato circa 200 profili falsi su una piattaforma online di servizi, attraverso la quale ha truffato almeno 30 persone nell’arco di tre anni, dal 2020 al marzo scorso. Si presentava nelle case di coloro che lo avevano scelto per svolgere lavori di manutenzione e installazione di vario genere, come riparazione di wc o impianti fotovoltaici. Tuttavia, i lavori non venivano mai effettuati perché il truffatore incassava acconti pari anche a 2mila euro e poi spariva, lasciando solo un’identità falsa come unica traccia.

A seguito delle denunce di trenta vittime, il pool anti-truffe della Procura di Milano ha avviato un’indagine che ha portato a un provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari, Giulio Fanales. Il 25enne dovrà rispettare una misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune dell’hinterland milanese, dove ha il domicilio. Sulla piattaforma online dedicata alla ricerca di professionisti, il truffatore si presentava di volta in volta come titolare di imprese nel settore dell’impiantistica per la manutenzione di caldaie, impianti idraulici, falegnameria o edilizia.

Il modus operandi del truffatore era sempre lo stesso: si recava nelle abitazioni per svolgere lavori di riparazione o installazione secondo le richieste dei clienti, come la sostituzione di tubature o un cancello elettrico, la realizzazione di una colonna o lavori di giardinaggio. Dopo aver fornito un preventivo e aver ottenuto un anticipo per l’acquisto dei materiali, il truffatore spariva nel nulla. Gli acconti ricevuti variavano da qualche centinaio di euro a quasi 1800 o 2000 euro, e venivano incassati sia in contanti che tramite bonifico.

Tuttavia, i colpi messi a segno potrebbero essere stati molteplici, oltre alle trenta denunce presentate. Il giudice Fanales ha sottolineato che l’obbligo di dimora in una città più piccola rispetto a Milano dovrebbe rendere più difficile al truffatore proseguire con le sue frodi. Inoltre, nel 2021 il giovane aveva già patteggiato per altre truffe commesse nel 2018.

È necessario un maggiore controllo e precauzione da parte dei consumatori nell’affidarsi a professionisti trovati online, e un’azione più incisiva da parte delle autorità per contrastare il proliferare di truffe di questo genere. L’obbligo di dimora imposto al truffatore potrebbe rappresentare un passo nella giusta direzione per prevenire future frodi.

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