Test per medicina venduti online: Bernini convoca rettori e Cisia per discutere dei nuovi Tolc

Il ministero dell’Università e della ricerca ha preso sul serio le accuse di presunta compravendita dei test di ammissione al corso di laurea di Medicina e ha avviato un’indagine approfondita. La ministra Anna Maria Bernini ha convocato i rappresentanti della Conferenza dei rettori italiani e del Cisia, il consorzio responsabile dei nuovi test online per l’ingresso all’università.

Secondo quanto riportato da Repubblica, gli avvocati dello studio legale Leone-Fell &C. hanno scoperto che in precedenza era possibile acquistare pacchetti di domande sul web a pochi euro. Queste transazioni avvenivano tramite gruppi Telegram, dove i candidati potevano concludere l’affare con un bonifico virtuale di 20 euro al venditore.

Gli avvocati hanno anche scoperto chat che contenevano trattative per la compravendita di test di accesso alle facoltà a numero chiuso, nonché informazioni sui video che erano stati rimossi dal Cisia. Questi video contenevano le domande che sarebbero poi state proposte nei test di ammissione. È emerso che migliaia di domande, e quindi di risposte, erano state raccolte nelle banche dati create per i test.

Secondo gli avvocati, ci sono state gravi carenze nei controlli da parte del Cisia e molti candidati provenienti da diverse scuole di preparazione ai test di ammissione hanno trovato modi per divulgare le domande e le relative soluzioni, alterando irrimediabilmente i risultati degli esami.

Questa vicenda ha sollevato delle preoccupazioni sul sistema di ammissione alle facoltà a numero chiuso e sulla fiducia che i candidati possono riporre in esso. Il ministero dell’Università e della ricerca è determinato a fare chiarezza su questa presunta compravendita dei test e ad adottare le misure necessarie per garantire l’integrità dei futuri esami di ammissione.

È evidente che questo scandalo potrebbe avere conseguenze significative per il sistema universitario italiano. Se queste accuse si rivelassero vere, sarebbe necessario rivedere in profondità i meccanismi di selezione degli studenti per assicurare che siano equi e trasparenti.

La ministra Bernini ha preso atto delle accuse e ha agito prontamente per condurre un’indagine approfondita. Ora spetta a lei e al ministero dell’Università e della ricerca stabilire la verità dietro queste affermazioni e prendere le misure adeguate per garantire che eventi simili non si ripetano in futuro.

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