Scampo al rastrellamento: il mio nome tra gli ebrei salvati

L’11 ottobre 1943, Lia Levi, all’età di 12 anni, insieme alle sue due sorelle Gabriella e Vera e alla madre Leontina, è stata inserita nell’elenco degli ebrei ospitati negli istituti religiosi di Roma. È stato proprio in uno di questi conventi che hanno trovato rifugio durante le retate nazifasciste.

Lia Levi, oggi 91enne, ha deciso di raccontare la sua esperienza di sopravvivenza in quel periodo buio della storia italiana nel suo libro dal titolo “Bambina e basta”, pubblicato cinquant’anni dopo gli eventi. Nel suo libro, lei sottolinea la sua fortuna nel essere stata ospitata in uno di quei conventi, che di fatto le ha salvato la vita.

La scelta di ospitare gli ebrei negli istituti religiosi di Roma fu il risultato di un’opera di solidarietà e coraggio da parte dei religiosi che si opposero alle politiche razziali del regime fascista. È stata una rete di monasteri, conventi e chiese che ha offerto protezione agli ebrei per sfuggire alla deportazione nei campi di concentramento.

Lia Levi ricorda ancora oggi le difficoltà e le insicurezze del periodo trascorso in quel convento. Le limitazioni alle attività quotidiane, la paura costante di essere scoperti, l’isolamento forzato e la mancanza di notizie sulle sorti dei propri familiari sono solo alcune delle sfide che ha dovuto affrontare durante la sua permanenza.

Nonostante le difficoltà, Lia ricorda anche il grande aiuto e l’affetto che ha ricevuto dai religiosi che li hanno ospitati. Non solo le hanno fornito un rifugio sicuro, ma hanno anche cercato di alleviare le sofferenze psicologiche dei giovani ospiti, cercando di mantenerli positivi e di dar loro una speranza per il futuro.

La storia di Lia Levi e degli altri ebrei ospitati negli istituti religiosi di Roma è un esempio di come l’umanità e la solidarietà possano prevalere anche nei momenti più oscuri. La loro sopravvivenza è stata resa possibile grazie al coraggio e alla generosità di coloro che si sono opposti alle politiche razziali e che hanno scelto di mettere in salvo le vite degli altri, rischiando la propria.

Ricordare storie come quella di Lia Levi è fondamentale per mantenere viva la memoria storica e per celebrare la forza e la resilienza umana. È un promemoria che bisogna essere sempre vigili e pronti a combattere l’ingiustizia e la discriminazione ovunque esse si manifestino, per garantire un futuro di pace e uguaglianza per tutti.

Segui Avvisatore su Instagram: @avvisatore.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Occhioche.it -Ktp.Agency - Copyright 2024 © Tutti i diritti riservati. Giornale Online di Notizie di KTP.agency | Email: info@ktp.agency | CoverNews by AF themes.