Pensionato che ha ucciso il figlio rimane in custodia detentiva

Carabinieri all'esterno del tribunale di Bergamo per la sentenza del processo a carico di Massimo Bossetti per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, 01 luglio 2016. ANSA/PAOLO MAGNI

Il giudice ha deciso di mantenere in carcere Paolo Corna, il pensionato di 77 anni che domenica scorsa ha ucciso il figlio Gianbattista, di 54 anni, a Bottanuco, in provincia di Bergamo. Attualmente Corna si trova ricoverato in stato di arresto presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La decisione è stata presa dopo che il giudice Federica Gaudino ha interrogato l’uomo direttamente in ospedale, respingendo le richieste della difesa dell’avvocato Barbara Bruni di concessione degli arresti domiciliari. Il giudice ha invece accettato la richiesta del procuratore Letizia Aloisio di confermare il carcere, sottolineando che il contesto familiare era problematico. Inoltre, ha evidenziato che Corna potrebbe reagire con la stessa violenza in caso di litigi o discussioni riguardo all’accaduto. Il gip ha anche sottolineato che ai domiciliari Corna potrebbe influenzare le versioni dei familiari.

Durante l’interrogatorio, Corna ha spiegato al giudice di aver impugnato il coltello per spaventare suo figlio, che da anni lottava con la tossicodipendenza. Gianbattista consegnava regolarmente il suo stipendio di 1.400 euro ai genitori, che a sua volta gli davano delle somme più piccole. La lite è scoppiata domenica quando Gianbattista ha chiesto ulteriori 20 euro, dopo averne già ricevuti la stessa somma per andare al bar. Durante la lite, il figlio ha spintonato la madre e, secondo quanto riferito da Corna, dopo questo episodio di violenza, ha perso il controllo e ha colpito il figlio con tre fendenti.

L’autopsia sul corpo di Gianbattista è stata programmata per venerdì.

Rimane quindi ancora aperta la questione sulle motivazioni che hanno portato Corna ad uccidere suo figlio, ma il giudice ha deciso di confermare l’arresto per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte. La vicenda è sicuramente drammatica e lascia spazio a riflessioni sul difficile contesto familiare e sui problemi legati alla tossicodipendenza.

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