Pene più rigorose per i giovani: Don Burgio sostiene l’importanza dell’educazione rispetto alla punizione

Milano – Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano e fondatore della comunità Kayros, ha espresso la sua ferma opposizione alla punizione dei ragazzi troppo giovani, definendo tale pratica come “follia pura”. Secondo il sacerdote, anche se questi giovani commettono atti violenti, potrebbe essere quasi impossibile per loro comprendere pienamente la portata delle loro azioni, in quanto la loro coscienza potrebbe ancora non essere sviluppata del tutto.

Don Claudio ha sottolineato che penalizzare questi giovani senza voler affrontare e risolvere le cause profonde dei loro comportamenti non serve a nulla. Ha invece sottolineato l’importanza di fornire sostegno e un ambiente adeguato per aiutarli a superare le difficoltà che affrontano.

Inoltre, il cappellano ha citato la comunità Kayros come un esempio di come sia possibile offrire un sostegno efficace ai minori provenienti dal carcere e da contesti familiari complessi. La comunità offre un ambiente accogliente e sicuro per questi giovani, fornendo loro l’opportunità di intraprendere percorsi di riscatto e di ricominciare una nuova vita.

L’intervento di Don Claudio è particolarmente significativo considerando la situazione critica dei carcere minorili in Italia. Spesso sovraffollati e con risorse limitate, questi istituti hanno il compito di rieducare e reinserire nella società i giovani che hanno commesso reati. Tuttavia, la mancanza di risorse e l’approccio punitivo utilizzato spesso falliscono nel raggiungere tali obiettivi.

La posizione di Don Claudio Burgio riflette anche un dibattito più ampio sulla giustizia minorile e sul modo in cui affrontare i comportamenti violenti dei giovani. Alcuni sostengono che le punizioni severe siano il modo migliore per dissuadere i giovani dal commettere reati, mentre altri ritengono che sia più efficace fornire supporto, educazione e strumenti per aiutarli a capire e modificare i loro comportamenti.

In conclusione, l’opinione di Don Claudio Burgio, basata sulla sua esperienza diretta con i giovani nel carcere minorile, mette in evidenza l’importanza di un approccio umanitario e di inclusione nei confronti dei minori che hanno commesso reati. La punizione da sola non può risolvere i problemi profondi che questi giovani affrontano, ma è necessario fornire loro sostegno adeguato affinché possano riscattarsi e costruire una nuova vita.

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