“Suburra Eterna: La Serie su Netflix – Scopri la Verità dietro l’Operazione Commerciale”

SuburraEterna: il sequel/spinoff della serie Suburra

La serie televisiva SuburraEterna è il sequel/spinoff della serie Suburra, a sua volta tratta dal film che si ispira al romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. La sceneggiatura è stata curata da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, mentre i primi quattro episodi sono stati diretti da Ciro D’Emilio e gli ultimi quattro da Alessandro Tonda, per un totale di otto episodi. SuburraEterna riprende la trama nel 2011, dopo gli eventi della serie precedente.

Le nuove avventure dei personaggi

Il personaggio di Cinaglia, interpretato da Filippo Nigro, che inizialmente era un politico irreprensibile, ha assunto il ruolo di Samurai, anche se non è riuscito a farlo completamente. Spadino, invece, si è trasferito a Berlino, dove è diventato definitivamente Alberto e ha trovato l’amore con un ragazzo che somiglia in modo evidente ad Aureliano. In una città in crisi, con intrecci tra politica, Vaticano e criminalità, nuove famiglie cercano di sovvertire l’ordine del potere e Spadino è costretto a tornare a Roma.

SuburraEterna: i commenti

La domanda del perché sia stata realizzata SuburraEterna può essere risposta con la stessa motivazione dietro ai progetti annunciati da Sky di un prequel di Gomorra e di una nuova serie di Romanzo Criminale: sono operazioni principalmente commerciali. Queste tre serie italiane di successo, diventate dei veri e propri cult, sono tornate perché erano un successo. Non c’è nulla di male in questa scelta, è una decisione legittima che spesso viene presa anche dagli americani. Tuttavia, è possibile notare che ci sono modi diversi di farlo. Nei primi cinque episodi su otto che sono stati mostrati in anteprima, sembra che si sia giocato semplicemente su una formula preesistente, cambiando gli attori. In matematica si dice che cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, ma questo non vale per la serialità. SuburraEterna, senza fare spoiler, riprende la stessa piattezza che aveva caratterizzato anche il finale di Suburra, con una recitazione stanca e approssimativa e personaggi bidimensionali. L’unica speranza è rappresentata da Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino, ma sembra che sia pronto a tirare i remi in barca e lasciare la serie. Voto: 5 – Riccardo Cristilli

Uno spinoff fedele alle origini, ma lontano dalla prima stagione di Suburra

Suburraeterna può essere considerato uno spinoff o una quarta stagione, ma questa è una questione trascurabile che potrebbe sorgere nella mente dello spettatore appena inizia a guardare la serie. Personalmente, come fan della prima stagione di Suburra, dei personaggi come Aureliano, Livia, Spadino, Manfredi e del Samurai, mi aspettavo qualcosa di più da uno spinoff o da una nuova serie. La terza stagione di Suburra mi aveva deluso molto e non avevo grandi aspettative per Suburraeterna. Dopo aver visto questi primi episodi, posso dire che ho fatto bene a non aspettarmi molto. Le prime due puntate sono abbastanza confuse, con molte novità e nuovi personaggi, e sembra che si voglia raccontare tutto in fretta. Poi, pian piano, la trama si stabilisce, Alberto (ex Spadino) torna e la serie ritorna sui vecchi binari, recuperando completamente il lavoro fatto nella serie madre, senza aggiungere molto, senza cercare di raggiungere un nuovo pubblico, ma semplicemente abbracciando chi aveva sentito la mancanza della serie. Chiesa, Stato, crimine: nuovi e vecchi personaggi muovono i fili della società e della politica romana, tra spaccio, violenza, tradimenti e nuove alleanze all’ombra del Cupolone. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, sembra quasi che il tempo (tre anni) non sia passato, sia narrativamente che stilisticamente, un po’ come nei film di Natale. La vera nota negativa, a mio parere, è la recitazione in alcuni casi troppo enfatizzata, che rende i personaggi “cattivi” quasi delle macchiette e che dovrebbero sostituire Aureliano. Ma se c’è una cosa su cui Suburraeterna non lascia dubbi è che nessuno può sostituire Aureliano. Voto: 6 – Giorgia Di Stefano

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