Strategie legali per contrastare la criminalità giovanile: imposizione di multe ai genitori e divieto di possedere un dispositivo mobile agli adolescenti di 14 anni

Il premier Mario Draghi - in quarantena - presiede il Cdm da remoto, Roma, 21 aprile 2022. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

A partire dal pre Consiglio dei ministri di oggi 6 settembre, il governo Meloni sta lavorando su un decreto volto a contrastare il disagio e la criminalità giovanile. Una delle novità più significative riguarda il Daspo urbano, che potrà essere applicato anche ai minori di 14 anni. Secondo la bozza di decreto circolata, all’articolo 4 viene introdotto l’avviso orale per i ragazzi di almeno 14 anni ma non ancora 18: “Ai fini dell’avviso orale, il questore convoca il minore unitamente ad almeno un genitore o altra persona esercente la responsabilità genitoriale”. Se il ragazzo che riceve l’avviso orale risulta anche condannato, anche con una sentenza non definitiva, per delitti contro la persona, il patrimonio o per reati legati ad armi o droga, il questore può proporre al tribunale dei minori il divieto di utilizzare specifiche “piattaforme o servizi informativi e telematici, nonché il divieto di possedere telefoni cellulari”. In caso di avviso orale, il minore di 14 anni o più potrebbe essere sottoposto a un’ammonizione da parte del questore. Inoltre, i genitori possono essere multati se vengono convocati assieme al minore e non possono dimostrare di non aver potuto impedire il fatto.

Riguardo al Daspo urbano, la bozza del decreto afferma che “qualora le persone indicate siano pericolose per la sicurezza pubblica e si trovino in un comune diverso dai luoghi di residenza o di dimora abituale, il questore può ordinare loro di lasciare il territorio del comune entro un termine non superiore a quarantotto ore, inibendo di farvi ritorno, senza preventiva autorizzazione, per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a quattro anni”.

Per quanto riguarda le condanne, se queste non superano i cinque anni di reclusione, il pubblico ministero notificherà al minore e a chi ne ha la responsabilità genitoriale la possibilità di accedere a un percorso di reinserimento e rieducazione. Questo dovrà prevedere lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione gratuita con enti no profit, o altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso tra uno e sei mesi.

Infine, il decreto prevede una significativa modifica per quanto riguarda l’evasione scolastica. Mentre in passato era prevista una multa di 30 euro per i genitori che non mandavano i propri figli alla scuola dell’obbligo senza motivo valido, il nuovo provvedimento introduce la possibilità di una pena fino a due anni di carcere. L’articolo del codice penale che prevede l’ammenda viene abrogato e sostituito da un nuovo articolo che punisce con il carcere “chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza il giusto motivo, d’impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria”.

Queste sono le principali disposizioni che emergono dalla bozza del decreto di contrasto al disagio e alla criminalità giovanile su cui il governo Meloni sta lavorando.

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